venerdì 23 luglio 2010

Microsoft fa il botto, tutto grazie a Windows 7


Si è fatto un gran rumore, ultimamente, con il sorpasso di Apple ai danni di Microsoft nel mercato azionario.

Sorpasso dovuto in grandissima parte alle vendite dell'iPhone. Tuttavia oltre al sorpasso azionario c'era chi paventava anche quello del fatturato, forse ancora più cocente. Sarebbe stato il vero cambio della guardia. Ieri, invece, l'annuncio della società guidata da Steve Ballmer ha gelato gli entusiasmi di coloro che pregustavano lo storico sorpasso.

Microsoft ha infatti superato di 800 milioni di dollari le aspettative di Wall Street con un quarto trimestre scoppiettante nel segno di Windows 7, il nuovo sistema operativo entrato in commercio lo scorso autunno, creando così un divario di 300 milioni di dollari con Apple. Le entrate del periodo terminato a fine giugno sono state pari a 16,04 miliardi di dollari (gli analisti avevano fissato l'asticella massima a 15,27 miliardi), con un incremento del 22% rispetto all'anno precedente, quando a Redmond dovettero mettere a bilancio il primo trimestre con fatturato e utili in flessione della sua storia. A distanza di un anno, l'eventualità di un nuovo, "scomodo", smacco al cospetto della rivale californiana – che può giustamente festeggiare i 15,7 miliardi di dollari, con un profitto netto di 3,25 miliardi, centrati nel terzo trimestre fiscale - non si è verificata. E i vertici di Microsoft possono tirare un sospiro di sollievo sbattendo in faccia ai critici numeri che parlano da soli. Fra questi tre sono assai significativi: i profitti sono saliti del 48% a 4,52 miliardi di dollari, le vendite di licenze di Windows 7 hanno toccato quota 175 milioni e le entrate della divisione Windows (che comprende anche i servizi Live) ha generato nel trimestre ricavi per 4.55 miliardi e utili lordi per 3.06 miliardi. Come dire: quando la domanda di personal computer tira, e così è stato nei primi sei mesi del 2010 e ci aspetta sarà anche in futuro, il business di Microsoft ne trae evidenti benefici, anche sotto il profilo della marginalità.

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