martedì 6 luglio 2010

Desertec: l'energia che viene dal deserto

[Piccola nota: questo argomento esula un po' dal target abituale del blog, ma data l'importanza cruciale che esso riveste anche nel nostro campo ho ritenuto fosse un dovere dedicargli un piccolo spazio]

Il disastro che la BP ha causato (e sta causando) nel golfo del messico è senza pari. Decina di migliaia di barili di petrolio (che significa milioni di litri) si riversano minuto dopo minuto nell'acqua dove nuotano i pesci che noi mangiamo.
Ma anche sorvolando la visione prettamente utilitarista dell'universo che l'uomo occidentale ha, semplicemente è inammissibile distruggere qualcosa che esiste da prima di noi, che a noi ha dato la vita, e che, noi permettendo, continuerà a esistere anche dopo la nostra fine (per i più duri, sto parlando della Terra).

Ok, è vero, non è stato l'uomo comune ad avvicinarsi al pozzo della BP, far finta di raccogliere qualcosa per terra, aprire il rubinetto del petrolio che sta in fondo al mare, per poi girarsi fischiettando come se nulla fosse. Certo, che no. Io ero qui a scrivere un pezzo, voi non lo so.
Ma dire che noi non abbiano nessuno responsabilità in merito, proprio no. Ci vuole una faccia di bronzo di quelle mondiali. Come dire, che so... "3.300€/mq davanti al colosseo è un prezzo onesto". Neanche tra mille anni uno se ne uscirebbe con una roba così. Non occorre certo essere Ministri per lo Sviluppo Economico per arrivarci.

Certo è che l'energia, fino a prova contraria, la usiamo tutti. La usi tu, la uso io, la usa il server che in questo momento sta creando questo blog, la usa il tuo pc che la visualizza. Ecco, leggendo questo articolo che critica l'abuso di petrolio, stai abusando di petrolio.
Non c'è una sola delle nostre azioni, che in un modo o nell'altro non dipenda da qualche litro di petrolio estratto qui o là. Raffinato poi qui o là, e bruciato in questa o quella centrale (o per i più fortunati, in qualche coupè da 50.000€).

Partendo da questo presupposto, le opzioni sarebbero due. Si cambia fonte di energia (e la lista di fonti più vantaggiose/economiche/pulite è più lunga della lista dei leggittimi impedimenti del nostro presidente del consiglio. A no, con le ballerine brasiline credo siano pari), oppure si chiudono gli occhi, aiutati da pubblicità che fanno apparire la benzina pulita e profumata con succi di mela.
Indovinate un po' quale abbiamo scelto?

Ma dopo quanto successo nel golfo del messico, non si può più fare finta di nulla. Va bene l'Audi TT nuova di zecca che ti ha regalato papà per l'ammissione alla Maturità. Va bene il motorino usato alla strega di due gambe artificiali da un parapleggico. Ma c'è un limite a tutto.
Persino Obama adesso è costretto a giocare a Wii Sport chiuso nella sala ovale, che da quando in messico c'è più petrolio che acqua, nemmeno una cazzo di partita a golf si può concedere senza che piovano critiche e sdegno da tutte le parti.

E allora che si fa? La germania, popolo utopista che ha scelto la strada dei mulini a vento, sbeffeggiato a più riprese dalla nostra lungimirante classe dirigente che stringe patti con la Francia (che ancora ha le lacrime agli occhi per l'Alitalia, offerta in dote con Carla Bruni) per avere centrali nucleari di 20 anni fa, ha la soluzione. Che poi, è l'energia solare. Sempre quella. Quando pensi di essertene liberato, di averla finalmente etichettata come roba da sfigati, eccola lì che ti ritorna, complice un Sole checche se ne dica sempre lì a fare il suo lavoro. 365 giorni l'anno. Gratis. Senza ferie ne malattia.
Avrà un contratto a progetto pure lui.

Si coprono 3/1000 (che è proprio poco, ma poco poco poco) del deserto del Maghreb (principali fornitore di balubba e bingo bongo. Dati ufficiali raccolti dalla Lega), e come per magia ricavi 18 mila TW/h all’anno. Che è quello che la razza umana (gli altri animali sono molto più ecologici) consuma in un anno.
Ma il progetto non è così ambizioso, si accontenta di fornire il 15% di energia richiesta dall'europa. E scusa se è poco. Energia rinnovabile, pulita, a basso costo, sicura (a meno che il sole non faccia due chiacchere con qualche sindacalista, ma visti i sindacati italiani, stiamo tranquilli...).

A questo punto si alza il solito coro di giudizi frettolosi e ipocroti. I costi del trasposto, i costi dell'impianto, i costi dei costi.
 ORA, partendo dal presupposto che qualsiasi cifra è giusta, se garantisce la sopravvivenza del pianeta che garantisce la nostra soppravvivenza, basta farsi due conti per capire che un simile investimento si ripaga da solo e che più si investe, più i costi si abbassano.
"Ah però la rete di energia che trasporta la corrente diventerebbe troppo lunga..." Mai quanto la striscia di petrolio che tra poco unirà con un ponte di olio e pesci morti l'america con nord europa (avete mai sentito parlare della corrente del golfo? No? Beh, se ascoltate solo il TG1...).

"Ah però in questo modo dipenderemo ancora dal medio oriente per l'energia..." Sarebbe una energia diversa dal petrolio, quiondi concorrenziale. Sarebbe pulita (non fatemi ripetere sempre le stesse cose...).
"E se poi ci tagliano i rifornimenti?" A differenza del petrolio, che può essere conservato, la luce solare non metti in un barile. Quello che non vendi, lo perdi. Senza considerare le ricadute in termini azionistici.

Insomma, salvare il mondo perchè è giusto no (non è mica l'Alitalia), ma sarlarlo perchè è vantaggioso, caspita, non ci vuole un genio per capirlo

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